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Press Release
Prodotto da Dodicilune, distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei migliori store on line da Believe Digital, venerdì 17 luglio esce Chapitre I, esordio discografico del quartetto italo-francese Les contes d’Alfonsina. Il progetto di ispirazione manouche, raccoglie le eredità musicali dei quattro musicisti – la cantante Sofia Romano, il clarinettista Hugo Proy, il violinista Frédéric Gairard e il chitarrista Marco Papadia – alla ricerca di un’identità ibrida tra gipsy jazz e canzone francese, esotismi mediterranei e modernità. Il percorso di vera e propria riappropriazione del repertorio si concretizza in uno stile personale, in atmosfere emotivamente tese e in scelte armoniche e ritmiche a volte insolite rispetto alla pura tradizione manouche.
Il risultato è un estetismo raffinato in cui lo sforzo compositivo e narrativo diventano punto d’approdo naturale del lavoro di arrangiamento. I tre strumenti, tipici del gipsy jazz, da un lato garantiscono all’album una natura sonora acustica coerente alla tradizione manouche; dall’altro si interrogano reciprocamente in maniera inedita, esplorando rapporti orchestrali con la voce. La voce della cantante salentina raccoglie, infatti, la sfida del racconto, propria della canzone francese, senza sacrificare la ricchezza melodica tipica del linguaggio gipsy jazz. Le parole corrono su melodie ricche tessendo un fil rouge intorno al tema dell’isolamento e del ricordo, declinato in ciascuno dei sette brani presenti.
La tracklist si apre con Indifférence, un esercizio di stile dei più complessi, passaggio quasi obbligatorio e battesimo di fuoco del quartetto, con musica di Joseph Colombo e Tony Murena – mascheramento del celebre “Montagne Saint Geneviève” di Django Rheinardt, atto di nascita del valse swing – e testo del cantante aquitano André Minvielle. In scaletta La Foule – canzone francese portata al successo da Édith Piaf – che nell’arrangiamento originale strizza l’occhio a sonorità tzigane; La Bicyclette, brano scritto da Francis Lai e Pierre Barouh e reso celebre dal cantante Yves Montand; After You’ve Gone, unico vero e proprio standard presente nell’album, tributo del quartetto al bagaglio Gipsy jazz-Swing. La cantante Sofia Romano firma i testi dei brani Le Géant, musica di Marco Papadia, La Via – Bistro Fada di Stephane Wrembel e Zarafah di Joshua Redman.
Chapitre I sarà presentato al Valdarno Jazz Festival (17 luglio) e al SEI Festival (Castello Volante di Corigliano d’Otranto – 19 luglio).
BIOGRAFIE
Chitarrista jazz, Marco Papadia fonda, nel 2016, il quintetto Sidewalk Cat di cui sarà compositore, arrangiatore e chitarrista. Il quintetto, vincitore del Tuscia in Jazz European Award 2016 e finalista del Fara Music Festival nello stesso anno, si ritaglia un ruolo da protagonista nella scena jazz emergente conquistando per due anni consecutivi il New Italian Jazz Generation nel 2017 e nel 2018 (Siae, Mibact). La pubblicazione dell’album Sidewalk Cat – Unfit per la Emme Record Label (Roma) sarà seguita da una tournée italiana che vedrà il quintetto calcare le scene di importanti jazz festival (Novara Jazz, Gezziamoci Festival, Padova Jazz Festival, Sile Jazz Festival, Empoli Jazz Festival, Barga in Jazz, Sant’Elpidio Jazz Festival, Locomotive Jazz Festival, AH-UM Jazz Festival, Una striscia di terra feconda, Fara Music Festival, Sacile Jazz Festival). Nel 2019 si trasferisce a Bruxelles inaugurando gli studi in chitarra jazz presso il Conservatoire Royale e accompagnando il percorso didattico ad una ricca attività concertistica in Europa.
Artista eclettica, Sofia Romano si forma nella recitazione affiancando al teatro un’intensa attività di scrittura che si concretizza, nel 2012, nel premio della critica per poeti emergenti (Pagine – Roma) e nella pubblicazione di un’antologia di poesie. Approdata alla musica, diventa voce e autrice del jazz quintet Sidewalk Cat, dal 2016. Il quintetto, già vincitore del Tuscia in Jazz European Award nel 2016, aggiungerà al palmares riconoscimenti quali il New Italian Jazz Generation nel 2017 e nel 2018 (Siae, Mibact). Con una produzione all’attivo (Sidewalk Cat-Unfit per Emme Record Label) e una tournée di 12 date in alcuni dei più importanti jazz festival italiani, si trasferisce a Parigi nel 2018 dove si laurea presso l’Université Paris Sorbonne e fonda il quartetto italo-francese Les Contes d’Alfonsina.
Finalista del Chicco Bettinardi 2020, è attualmente attiva e protagonista della scena manouche europea.
Frédéric Gairard inizia a studiare violino a di sei anni. Alla formazione classica presso il Conservatoire National di Toulon e di St Raphaël, affianca un percorso di ricerca personale nell’ambito del jazz manouche e alla musica tradizionale tzigane (Ungheria-Romania). Nel 2016 si trasferisce a Bruxelles avviando un percorso di studi in violino jazz presso il Conservatoire Royal. Protagonista della scena musicale del sud della Francia e di Bruxelles, calca le scene del Djangofollies e lavora dal 2017 al duo Fred et son Frère che lo vede a fianco del fratello anch’egli violinista in uno spettacolo a metà strada tra la musica e il teatro. Tra le numerose collaborazioni spiccano i nomi di Marcel Râmba, Tcha Limberger ou Nicolas Hauzeur.
Hugo Proy avvia lo studio del clarinetto a sette anni distinguendosi precocemente per il suo talento che lo porterà a conquistare il primo premio al Concours International de Picardie nel 2009 e al Concours International Leopold Bellan en musique de chambre nel 2013. Laureatorsi col massimo dei voti al Conservatorie Royal Regional di Parigi scopre il mondo del jazz moltiplicando esperienze e progetti eclettici che lo vedranno esplorare diversi stili (manouche, jazz, swing, musica berbera, canzone d’autore, …) e collaborare con grandi nomi quali Rhoda Scott, Didier Lockwood, Rona Hartner, Rez Abbasi, Pascal Obispo, Norig, Aurore Voilque. Musicista di primo piano della nascente scena jazz e world parigina, ha calcato le scene del prestigioso Bataclan, del New Morning, Sunset/Sunside, del Caveau de la Huchette e del festival Jazz in Marciac.
COMMENTO AI BRANI
Indiffèrence – Il brano, che non a caso apre l’album, è un esercizio di stile dei più complessi, passaggio quasi obbligatorio e battesimo di fuoco del quartetto. Mascheramento del celebre valse Montaigne Saint Geneviève, composto da Django Rheinardt e atto di nascita del valse swing; viene prestato alla voce grazie alla penna surrealista di André Minvielle. Indiffèrence presenta in nuce i temi che il quartetto sviluppa nel corso dell’album: il bagaglio della tradizione manouche e della canzone francese; l’inscrizione in tale tradizione di rapporti inediti tra gli strumenti, sul modello orchestrale; il protagonismo delle parole, al pari della musica e una tensione verso la modernità, un’indagine che si concretizza in atmosfere armoniche e ritmiche inusuali per la tradizione gipsy jazz.
La Foule – Esempio di canzone francese portata al successo dalla celebre Édith Piaf, diventa oggetto di indagine ritmica da parte del quartetto. L’arrangiamento proposto si arricchisce di un’inedita dinamicità grazie all’inserimento di una chiave ritmica intrigante. Coronata da uno special dal gusto esotico e trascinatore che chiude i due assoli e introduce l’elemento balcanico, il brano strizza l’occhio a sonorità tzigane e aggiunge al brano una certa tensione emotiva. La sensibilità musicale dei due solisti emerge chiaramente nei due assoli: il clarinetto di Hugo Proy, profondamente emotivo, dalla marcata personalità ed efficacia musicale e il violino di Frédéric Gairard dal suono caldo e viscerale il cui fraseggio gipsy jazz si colora di intriganti note esotiche tzigane.
Le Géant – È il brano che più di tutti esplicita l’identità artistica dell’album. La composizione muove dalla forma tradizionale del valse manouche, passa da una sforzo compositivo più moderno, dalla ricerca di un equilibrio dinamico tra le tre voci in equilibrio sulla chitarra ed approda ad una sintesi ibrida e personale tra gipsy jazz e atmosfere e forme più contemporanee. L’identità compositiva di Marco Papadia emerge con forza nella ricerca armonica e melodica e, con sapienza e credibilità, si integra al carattere più acustico e gitano del quartetto. Le Géant è una danza ora leggera e delicata, ora incalzante e quasi affannata. In questa danza, la voce si amalgama agli strumenti, tra momenti di mimesi e discrezione ed altri di più classico protagonismo. La chitarra è una locomotiva puntale e solida che trascina e dirige le tre voci in dinamiche cangianti. Violino e Clarinetto sono compagni e rivali, si completano e si sfidano nelle melodie e nell’accompagnamento. L’atmosfera moderna e raffinata che apre il brano, lascia spazio ad un estetismo quasi barocco, ricco di contrappunti, fughe e cambi ritmici, nella seconda parte.
After You’ve Gone – Unico vero e proprio standard presente nell’album, After You’ve Gone è il tributo del quartetto al bagaglio Gipsy jazz-Swing. Brano caro alla tradizione manouche di Django Reinhardt, vede l’aggiunta del verse, che accentua la forma della canzone. Il quartetto mette da parte l’orchestralità barocca, nota distintiva degli altri brani, proponendo le più classiche dinamiche e rapporti delle formazioni gipsy jazz: l’intimità del verse apre al primo tema cantato e sostenuto dalla ritmica serrata della chitarra; violino e clarinetto faranno la loro comparsa a partire dall’improvvisazione. Tutto si distende con una certa vivacità propria allo swing. Tale giocosità, marcata dai musicisti che prestano le loro voci nel tema conclusivo, si propone come momento intermedio distensivo tra le più cariche atmosfere che precedono e seguono il brano nell’album.
La Bicyclette – Il brano si apre con l’indagine delle relazioni di complementarietà proprie al quartetto. Nell’intro, i quattro musicisti costruiscono insieme la melodia in un intrigo sapiente di contrappunti e armonizzazioni. La voce diventa strumento e la chitarra diventa voce; gli strumenti si perdono e completano nella trama di un canone costruito con eleganza e tensione emotiva. Questa stessa delicatezza appassionata la si ritroverà nell’esposizione del primo tema e si muoverà verso un climax di dinamiche crescenti trascinate dall’assolo di clarinetto. La tensione crescente approderà sulla ritmica manouche del tema conclusivo.
La Via – Bistro Fada – Il brano evidenzia il tentativo, presente in tutto l’album, di dare pari dignità a musica e parole, sull’esempio di precedenti francesi illustri come quelli di Boris Vian, Claude Nougaro e Georges Brassens. Lo sforzo narrativo dà al valse manouche la forma e il sentore di canzone. La voce si impone con la sua immediatezza e lascia scivolare naturalmente anche momenti ritmici più azzardati e sorprendenti. Le parole raccolgono la sfida del funambolico linguaggio manouche: senza sacrificare il racconto, corrono su melodie serrate e veloci trascinate dalla chitarra puntuale e solida e sostenute da violino e clarinetto. Il brano si apre nella discrezione di voce e clarinetto e cresce verso un’impetuosità vorticosa e appassionata.
Zarafah – Il pezzo di Joshua Redman, chiude l’album. L’incontro tra l’identità manouche e il jazz contemporaneo si fa nella forma ritmica del bolero capace di preservare le intenzioni esotiche del brano originale. Il brano si apre con un evocativo intro di violino tributo al III movimento delle danze rumene di Bartok che ritornerà come cerniera a conclusione del tema finale contribuendo a ricondurre il brano verso l’universo musicale gipsy. Tutta l’emotività fragile e comunicativa della voce di Sofia Romano emerge nel brano autobiografico, è presa per mano dalla chitarra ed è cullata dal clarinetto che dà prova di grande sensibilità ed impetuosità nell’assolo.
Track List
1 – Indifférence
2 – La Foule
3 – Le Géant
4 – La Bicyclette
5 – After You’ve Gone
6 – La Via – Bistro Fada
7 – Zarafah
Composition by
1) music by Joseph Colombo, Tony Murena; lyrics by André Minvielle
2) music by Ángel Cabral; lyrics by Michel Rivgauche
3) music by Marco Papadia; lyrics by Sofia Romano
4) music by Francis Lai; lyrics by Pierre Barouh
5) music by Turner Layton; lyrics by Henry Creamer
6) music by Stephane Wrembel; lyrics by Sofia Romano
7) music by Joshua Redman; lyrics by Sofia Romano
All arrangements by Les Contes d’Alfonsina
Personnel
Sofia Romano – voce
Hugo Proy – clarinetto
Frédéric Gairard – violino
Marco Papadia – chitarra
Recording Data
• PRODUCTION DATA
Total time 32:01 STEREO DDD
(p) 2020 DODICILUNE (Italy)
(c) 2020 DODICILUNE (Italy)
www.dodicilune.it
CD DODICILUNE DISCHI Ed440
8033309694405
• RECORDING DATA
Produced by Sofia Romano and Dodicilune
Label manager Maurizio Bizzochetti
(www.dodicilune.it)
Recorded 19 October 2019 at Igloo Studio, Etterbeek, Belgium
Mixed and mastered October/November 2019
at Igloo Studio, Etterbeek, Belgium
Sound engineer Daniel Léon
Artwork illustrations by Aitana Carrasco
Photos by Ilenia Tesoro
Contact:lescontesdalfonsina.com,
facebook.com/AlfonsinaSwing/
• EXTRA NOTES
à Sacha, pour les raisons qu’il connait
et pour celles qu’il connait pas.