Un vibrante progetto di esordio, quello del talento multiforme di Antonello Messina, eccezionale polistrumentista.
“Aziyz si presenta come un disco rigoroso, diverso perchè non rinuncia al piacere di battere nuovi sentieri e di sorprendere. Un progetto nel quale Antonello Messina è riuscito a fondere le migliori sonorità popolari con le improvvisazioni jazz che sono la cifra del suo magistero musicale”.
(P) 2006
Dodicilune ED225
8033309692258
Musicisti
Antonello Messina, fisarmonica, bandoneon, piano, synth
Fabrizio Bosso, tromba
Luca Lo Bianco, contrabbasso
Ettore Fioravanti, batteria
Total Time: 55:53
I Vostri commenti
– 21 febbraio 07. Elena Cipresso ha scritto: ” Aziyz è strada, fatica, amore, forza, coraggio, dubbio, pensiero. Pezzi che hanno forza melodica, fantasia ritmica, pensiero intenso, che parla con respiro di fisarmonica, di bandoneon, voce di piano, mai tanto atteso e sperato, e fiato di tromba il tutto sostenuto brillantemente da sapiente contrabbasso e batteria.
Assolutamente generoso, Antonello Messina ha scritto ogni fraseggio come se fosse quello del suo strumento, la tromba da’ fiato alla trama delle stelle sostenute dal cielo dipinto dal piano, che sfiora in più occasioni lo spettro cromatico dell’anima, la batteria, il contrabbasso sembrano figli prediletti. La fisarmonica e il bandoneon hanno uno spazio definitivo.
Come dire, in quel contesto, in quel brano,dietro quella melodia non si può, o meglio non si deve dire nulla di più e nulla di meno.
La traccia n.3 è una rivisitazione assolutamente geniale del brano di Ivano Fossati L’orologio Americano. Un omaggio sentito e sincero. Chi già conosce quel brano sentirà che, se si può fare un’operazione del genere, quella è l’unica possibile, e forse l’unica consentita.
Fedele, generosa e assolutamente riverente.. poi…poi un’inversione ritmica che non lascia fiato, ti prende per le spalle, e ti trascina, ma non troppo veementemente fra tutto un tempo impazzito, che gira intorno per poi a riportarti gentilmente là dove ti aveva preso, a lasciarti accarezzare dal fraseggio noto e delicato, come lo si vorrebbe, come solo dev’essere.
Waltz for Debby, la traccia n.9 è un’altra splendida interpretazione del celebre brano di Bill Evans. Amore puro, pura passione, come specifica lo stesso Antonello Messina.
Il resto è un percorso fra strutture, note, alternanze, soffi di vento, intonazioni evocanti di bandoneon, e le mille dita di Messina sanno farsi sentire, ma se appena ci si sofferma ad ascoltare, allora entrano, e parlano, di stelle, di luci piccole e grandi, che si fermano ad illuminare il tempo che abbiamo e non abbiamo. Nostalgie come felicità vicine e lontane, bocconi di vento, e tutti gli imprevisti del caso.
Un disco che si lascia ascoltare, non troppo tecnico, non troppo scontato. Intenso come i grandi sentimenti, e come quelli, proprio come quelli, semplice, percorribile e sconfinato.”
6 gennaio 07. Articolo del Giornalista Alberto Lo Passo. Tratto dal giornale Siciliano ” Liberta’ ”
” AZIYZ, un cd di Jazz comprensibile a tutti. Esordio dell’artista palermitano: Antonello Messina. Abbiamo ascoltato la musica di Antonello Messina con curiosità e interesse.Un siciliano che va all’estero per lavorare è cosa frequente, non meraviglia più di tanto. Un siciliano innamorato della Sicilia, impregnato fino al midollo del profumo di arance e mandarini, negli occhi il colore del mare, che parte non con la valigia di cartone ma con la custodia della fisarmonica e si stabilisce in Svizzera per diventare, suo malgrado, un suonatore mitteleuropeo, è un po’ più insolito.
E se i brasiliani lontani dalla loro terra soffrono la “saudade”, cosa fa questo grande musicista, che ha suonato per anni tutte le tastiere con alcuni tra i più grandi artisti in circolazione, con il jazz nell’anima e la coppola in testa? Torna a Palermo a chiudersi in sala d’incisione, coadiuvato da alcuni eccellenti strumentisti, e registra un disco d’esordio con le sue composizioni, un CD che si propone di offrire un jazz comprensibile a tutti.
Aziyz, CD d’esordio di Antonello Messina ha il pregio di svelare a piccoli pezzetti la tecnica raffinata di questo concertista dalla cifra stilistica elevata, che fonde l’improvvisazione tipica del jazzista talentuoso alla ricerca continua del nuovo con il rigore compositivo dei suoi brani, pervasi da un’intensità emotiva che trasuda dalla prima all’ultima nota e lascia l’ascoltatore col desiderio di scoprire, ad ogni nuovo ascolto, nuove sonorità.
I dieci brani della raccolta sono un caleidoscopio di suoni e colori, la struttura compositiva dei pezzi esalta le capacità espressive dei musicisti , lasciando spazio ora al sassofono, ora alla tromba, una fantasia ritmica che le tastiere di Antonello non soffocano mai, a volte sommesso tessuto connettivo, altre volte protagoniste imperiose.
Il piano, la fisarmonica, il bandoneon, fraseggi intensi,che fermano il tempo: sembra avere cento mani, per regalarci una profondità sonora che contribuisce a rendere tangibile questo percorso fatto di canzoni senza parole, perle di una collana che raccontano storie, colori, sapori e quando il pezzo sfuma ti meravigli che sia già finito. Un brano con le parole, in verità, c’è: in fondo, Milonga, con la voce di Peppe Voltarelli che narra di sogni, mare, visioni. Evocativi e intensi gli altri brani: Schaan, che apre il cd, con un’eco vagamente balcanica, Camelot, che risuona di onori e cavalieri, Soliloquio, dal respiro esoterico, impreziosita dal sax di Fabio rizzo, Aziyz… Inoltre, due concessioni, nel disco, a due autori molto diversi eppure classici entrambi: la storica “Waltz for Debby”, omaggio all’amato Bill Evans, riletta pregevolmente, ed una originalissima versione dell’ “orologio americano” di Ivano Fossati, superba testimonianza di come far rivivere in modo assolutamente personale un pezzo celebre, un tessuto melodico di rara bellezza che si evolve in un’eruzione di note dall’impatto violento e accattivante, per ritornare poi come un fiume dopo la iena nella foce del dettato fossatiano. Il tutto in un corale affiatamento reso possibile anche dalla maestria incontestabile di Fabrizio Bosso (Tromba & Flicorno) Luca Lo Bianco (Contrabbasso) Ettore Fioravanti (Batteria), per un progetto di viaggio, una metafora della musica in perenne divenire. In attesa del prossimo approdo, ascoltiamoci Aziyz, Antonello Messina, etichetta Dodicilune.”