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Prodotto da Dodicilune, distribuito in Italia e all’estero da IRD e nei principali store online da BELIEVE DIGITAL, martedì 18 giugno esce “Ibridanze”, il nuovo progetto discografico del fisarmonicista e organettista calabrese Paolo Presta. Nei nove brani originali del disco è affiancato, senza mai superare la formazione del duo/trio, da Federica Greco alla voce, Gianluca Bennardo al trombone, Antonio De Paoli al violino, Massimo Garritano alla chitarra elettrica, Dario Della Rossa al pianoforte, Francesco Magarò ai tamburi a cornice.
“Questo album è una selezione di alcune idee musicali che nel corso degli ultimi anni ho messo nel cassetto. Un cassetto che di tanto in tanto ho aperto per conservarne delle nuove o per lavorare su quelle che erano già lì ad aspettare impazienti di uscire. Credo sia un’esigenza naturale, spontanea, che fonda le sue radici nei graffiti e nei dipinti rupestri che si perdono nella notte dei tempi: lasciare un segno, una traccia, anzi 9 tracce, nelle quali ho dato libero sfogo alla mia creatività. Facendo un’autoanalisi, all‘ascolto viene fuori una certa irrequietezza data da frequenti cambiamenti improvvisi… navigo in un mare tranquillo, dove un leggero venticello mi rassicura; il cappello di paglia che delicatamente mi protegge dal sole vola via ed ecco che davanti ai miei occhi si palesa una tempesta! La donna che amo, che fino ad un attimo prima era con me sulla barca non c’è più. Sarà caduta in acqua? Starà annegando? Mi tuffo, lotto fino allo sfinimento… mi risveglia lei, con un bacio. Sono in riva al mare, il brutto è passato, é ora di salire su in paese attraverso “valli fiorite, dove all’ulivo si abbraccia la vite”, boschi secolari che nemmeno il vecchio corvo che ormai ha più di mille anni può dominare. Mi perdo nella bellezza. Le ninfe che abitano quei posti mi fanno strada fino ai confini del bosco da dove si intravede il piccolo borgo. La compagnia circense proveniente dai Balcani sta già dando spettacolo, gli amici mi accolgono alla grande tavolata, siamo tutti felici e conflenti ma non è finita, anzi deve ancora incominciare. Si aprono le danze! Le danze, sì, perché non è solo una ma sono tante, sono diverse, si uniscono a formare una sola danza che non è un tango, non è una tarantella, è un ibrido. Ma sono delle danze. Delle Ibridanze.”
Paolo Presta
• PRESSRELEASE
Produced by Dodicilune, distributed in Italy and abroad by IRD and in major online stores by BELIEVE DIGITAL, Tuesday 18 June sees the release of ‘Ibridanze‘, the new recording project by Calabrian accordionist and accordionist Paolo Presta. In the disc’s nine original tracks, he is joined, without ever going beyond the duo formation, by Federica Greco on vocals, Gianluca Bennardo on trombone, Antonio De Paoli on violin, Massimo Garritano on electric guitar, Dario Della Rossa on piano, and Francesco Magarò on traditional and ethnic percussion.
“This album is a selection of some musical ideas that I have put in the drawer over the last few years. A drawer that I have opened from time to time to store new ones or to work on those that were already there waiting impatiently to come out. I believe it is a natural, spontaneous need, rooted in graffiti and cave paintings that are lost in the mists of time: to leave a mark, a trace, or rather 9 traces, in which I have given free rein to my creativity. A self-analysis reveals a certain restlessness when listening, due to frequent sudden changes… I am sailing on a calm sea, where a gentle breeze reassures me; the straw hat that delicately protects me from the sun flies away, and a storm appears before my eyes! The woman I love, who until a moment before was with me on the boat is no longer there. Will she have fallen into the water? Will she be drowning? I dive in, struggle to the point of exhaustion… she wakes me up, with a kiss. I am on the seashore, the bad is over, it is time to go up to the village through “flowering valleys, where the olive tree embraces the vine”, centuries-old woods that not even the old raven, now over a thousand years old, can dominate. I lose myself in beauty. The nymphs that inhabit those places lead me to the edge of the forest from where the small village can be glimpsed. The circus troupe from the Balkans is already putting on a show, friends welcome me to the big table, we are all happy and conflicted but it is not over, it has yet to begin. The dances begin! The dances, yes, because it is not just one but many, they are different, they come together to form a single dance that is not a tango, it is not a tarantella, it is a hybrid. But they are dances. Hybridities.” Paolo Presta
• COMMENTO AI BRANI
Amore e rabbia. Credo sia uno dei più bei nomi mai concepiti. Infatti non l’ho pensato io, l’ho rubato, chiedendo il permesso si intende… È il nome del festival nato nel 1996 a Verzino (KR) con l’intento di creare un’alternativa musicale e culturale con artisti di diversa provenienza geografica e stilistica, con spazi di riflessione riguardanti la sfera politica e sociale, nei quali si affrontano tematiche che spesso evocano questi due sentimenti (l’amore per la propria terra e la rabbia nel vederla depredata, maltrattata).
Ibridanza/Ibridanza N. 2. Delle danza ibride. Facile, no? Lo dice anche il nome. Mi sono ispirato ad alcune danze del Centro e Sud Italia ed ecco che è venuta fuori Ibridanza. Non è una tarantella, non è una pizzica, non è un saltarello, ma allora che cos’è? È il risultato del vissuto di un individuo influenzato da un paesaggio sonoro variopinto, in cui al suono del vento fra gli alberi si aggiunge la suoneria dello smartphone e i tamburi della festa del santo.
Giochi di ninfe. Unica traccia del disco ad essere suonata con l’organetto o fisarmonica diatonica, come dir si voglia, con la sua leggerezza e semplicità mi ha riportato ad un’ambiente quasi fiabesco, mitologico: delle ninfe che giocano danzando in un bosco.
Tammurriata de Buenos Aires. La tammurriata, come forse alcuni di voi sanno, è una danza tradizionale campana. Il riferimento in questa “ibridanza” quindi è più specifico. Ma perché “de Buenos Aires” ? Nel periodo in cui creai questo brano ero verso la fine del mio percorso di studi in conservatorio. Feci ascoltare il brano in questione al mio maestro, nonché curatore dei missaggi di questo disco, Luca Piovesan, il quale mi disse: “Mi ricorda un tango”. Allora pensai: “il mio riferimento è alla tammurriata ma forse involontariamente ho inserito anche un po’ di tango…”.
Il bosco del corvo. Spesso cammino in luoghi dove il confine tra reale ed immaginario è molto sottile. Luoghi per me difficili da descrivere a parole. Luoghi che forse solo la musica può raccontare. È un omaggio ad un bosco attraversato da uno dei tanti sentieri, nei quali spesso mi incammino, dello spettacolare altopiano silano.
Fun G. Un inglese lo pronuncerebbe “fan g”, ma io, che all’inglese preferisco la ricerca dei funghi, una delle mie attività preferite, dico “fungi”, come si dice dalle mie parti. Dietro questo titolo è celata la ricerca, di un amore, di un mazzo di chiavi, di un punto ben preciso. Insomma questo brano è un omaggio alla ricerca, spesso più prolifica del risultato stesso.
Alacrisio. Sto lì ad annoiarmi ed escono le idee. È successo anche per questo titolo. Non avevo idea di quale titolo dare a questo brano e poi… è bastato che mi annoiassi. La creatività è una reazione spontanea alla noia, è stato dimostrato scientificamente. Le idee sono pronte ad uscire ma ecco che “facciamo qualcosa”, come prendere lo smartphone, per scacciare la noia invece di accoglierla.
Marzo 2020. Ciò che può sembrarci inutile prima o poi può tornarci utile. Non sto inneggiando all’accumulo ossessivo compulsivo, semmai al riciclo. È il caso di questo brano commissionatomi da Vladimir Costabile per una raccolta, rimasta incompiuta, di brani scritti sotto il primo lockdown. Lo so, ho suscitato in voi brutti ricordi ma ogni brutta esperienza ci lascia qualcosa di buono. Per me ad esempio quella del lockdown è stata la riconferma dell’importanza di concederci dei momenti da trascorrere con noi stessi, rendendomi conto che, proprio perché l’uomo è un animale sociale, è utile curare i rapporti con la persona con la quale trascorriamo la maggior parte del tempo: te stesso. Questa persona mi ha fatto notare quanto sia importante ritrovare quel perduto senso di comunità, fatto di condivisione, non sui social ma nelle piazze, nei luoghi di aggregazione, nei bar, nei circoli, nelle sale prova.
• BIO
Paolo Presta nasce a Cosenza il 16 Marzo 1989. I suoi primi approcci musicali avvengono in ambiente familiare, il suo primo palco: il balcone di casa. Gli ascolti della fase adolescenziale, che spaziano tra vari generi ma con una particolare attenzione alla scena folk-rock italiana, fanno accrescere in lui il desiderio di un proprio gruppo musicale, così all’età di 16 anni fonda “I Musicanti del Vento”, con i quali ha un’intensa attività concertistica e discografica. Trascorso qualche anno decide di approfondire gli studi sperimentando nuovi linguaggi tra il jazz e l’improvvisazione. In questo periodo nasce il trio “Kumè” con il quale otterrà diversi riconoscimenti tra cui il premio “Jazz-Up New Generation”. Successivamente viene chiamato a far parte del “Parto delle Nuvole Pesanti”, il passaggio da fan a componente di uno dei suoi gruppi di riferimento segna uno dei momenti più importanti della sua carriera artistica. Si aggiungono le esperienze all’estero tra cui la composizione e l’esecuzione dal vivo delle musiche di “Psycha” spettacolo del coreografo greco Kostantin Michos, tenutosi all’interno del “Mikroskopiko Theater” di Atene (GRECIA). Intanto i suoi studi accademici, che con il tempo si sono rivolti verso le musiche tradizionali, volgono a termine conseguendo con il massimo dei voti il diploma accademico di primo e secondo livello presso il conservatorio di musica di Cosenza. Nel corso degli anni i progetti personali e le collaborazioni hanno abbracciato diversi stili e generi come diversi sono stati gli album registrati e i concerti effettuati sia in Italia che all’estero. Dell’ultimo periodo sono “A ‘sta frinesta”, progetto realizzato insieme alla cantante e percussionista Federica Greco, la collaborazione con il cantautore Fabio Curto, il tour con Max Gazzè e la Calabria Orchestra e il suo primo lavoro da solista “Ibridanze”, una raccolta di composizioni personali per fisarmonica e strumenti vari, uscita con l’etichetta discografica Dodicilune.
• TRACKLIST
1) Amore e rabbia
2) Ibridanza N. 2
3) Giochi di ninfe
4) Tammurriata de Buenos Aires
5) Il bosco del corvo
6) Fun G
7) Alacrisio
8) Ibridanza
9) Marzo 2020
• COMPOSITIONS BY
All compositions by Paolo Presta
• PERSONNEL
Paolo Presta, accordion, organetto (3)
Federica Greco, vocals (3, 7)
Gianluca Bennardo, trombone (6)
Antonio De Paoli, violin (6)
Massimo Garritano, electric guitar (1, 8)
Dario Della Rossa, piano (5, 9)
Francesco Magarò, riq (3), tamburello (2, 8),
ghungroo (2), tammorra (4)
• PRODUCTION DATA
Total time 30:34 STEREO DDD
(p) 2024 DODICILUNE (Italy)
(c) 2024 DODICILUNE (Italy)
www.dodicilunedischi.it
CD DODICILUNE DISCHI Ed564
8059772565646
• RECORDING DATA
Produced by Paolo Presta and Maurizio Bizzochetti, Dodicilune
Recorded January 2024 at Hanabi Studio, Montalto Uffugo (Cs), Italy
Sound engineers Federico Dattilo and Giuseppe Scarpelli
Mixed and mastered February 2024 at BlowOutStudio, Bruxelles, Belgium
Sound engineer Luca Piovesan
Cover photo and photos by Michele Catanzariti
Contact: paolopresta.it, info@paolopresta.it
• EXTRA NOTES
Ringrazio tutti i musicisti che hanno suonato in questo disco per averlo arricchito della loro Arte; i tecnici per la pazienza e competenza; Michele Catanzariti, diventato ormai il mio fotografo di riferimento; Francesco Caligiuri, Checco Pallone, Nino De Gaudio, Vladimir Costabile, Salvatore Bellizzi, “La Ginestra a.p.s.”, l’Associazione “Kirone”, per la disponibilità; Dodicilune per credere in questo progetto; familiari ed amici, in particolare mio padre e mia madre per avermi trasmesso l’amore per la musica, mia sorella per aver sempre supportato il mio percorso musicale; la mia compagna, Federica, per i suoi preziosi consigli e per essermi stata accanto nelle varie fasi di realizzazione del disco